L’impennata dei prezzi dell’arte americana

La potenza del mercato americano è sempre guidata dalla quotazione dei suoi artisti nazionali, artisti, soprattutto, americani del dopoguerra e contemporanei. Pur rappresentando solo il 6% dei lotti venduti, si deve a loro il 17% del fatturato sulle vendite all’asta in Occidente. Costituiscono quindi un segmento particolarmente prospero e contribuiscono in ampia misura allo sviluppo del Mercato dell’Arte mondiale.

Indice dei prezzi per periodo di creazione

Indice dei prezzi per periodo di creazione

Emblema di questo periodo, Jean-Michel BASQUIAT è ormai una figura di grande caratura, una firma contesa dai più grandi musei e collezionisti. Quest’anno, per poco non ha battuto il record assoluto per l’arte contemporanea, detenuto ancora da Jeff Koons (Balloon Dog, 58,4 mln$, Christie’s New York, 12 novembre 2013). Il 10 maggio 2016, il collezionista giapponese Yusaku Maezawa ha effettivamente sborsato 57,3 mln$ per regalarsi una tela datata 1982. Lunga cinque metri, quest’opera era stata acquistata per soli 4,5 mln$ dodici anni prima (Sotheby’s Londra, 23 giugno 2004). Questa nuova vendita schiaccia l’antico record personale dell’artista, raggiunto tre anni prima con la vendita di Dustheads (48,8 mln$ nel 2013 da Christie’s New York). Per Basquiat, classificato 7° nella Top 500, primo tra gli americani con 171,4 mln$, come per una serie di suoi compatrioti del dopoguerra e contemporanei, l’offerta non soddisfa mai abbastanza l’enorme domanda di opere di prima qualità, cosa che spiega l’impennata dei prezzi.

La contrazione del -46% della piazza di mercato newyorkese (che costituisce, da sola, il 97% delle vendite all’asta del paese) influenza tuttavia le performance di una parte delle grandi firme americane. Nonostante gli artisti della seconda metà del XX secolo rappresentino un investimento tra i più solidi sul lungo termine, i risultati del 2016 sottolineano evoluzioni importanti nelle preferenze dei collezionisti.

Nuovi record (selezione) per gli artisti americani

Artista Opera Risultato ($) Asta
Jean-Michel BASQUIAT (1960-1988) Untitled(无题) 57 285 000 2016/05/10 Christie’s New York
John CURRIN (1962) Nice ‘n Easy 12 007 500 2016/11/15 Christie’s New York
Sam FRANCIS (1923-1994) Summer #1 11 842 000 2016/05/11 Sotheby’s New York
Richard PRINCE (1949) “Runaway Nurse” 9 685 000 2016/05/10 Christie’s New York
Keith HARING (1958-1990) The Last Rainforest(最后的雨林) 5 565 747 2016/06/28 Sotheby’s Londra
© artprice.com

L’astrattismo incalza la Pop Art

Gli artisti astratti americani sono diventati effettivamente più cari degli artisti astratti “storici”, fenomeno che documenta l’egemonia del mercato dell’arte americana sul mercato europeo. Se Kandinsky tocca i 23,3 mln$ con la vendita di Rigide et courbé nel novembre 2016 e i record di Mondrian superano di poco i 50 mln$ (2015) e quello di Malevitch i 60 mln$ (2008), queste performance si vedono soppiantate da quelle di Clyfford Still (60,1 mln$ nel 2011), di Cy Twombly (record di 70,5 mln$ nel 2015) e di Willem DE KOONING, la cui tela magistrale Untitled XXV è stata venduta per 66,3 mln$ nel novembre 2016. Acquistata per 27,1 mln$ dieci anni prima, il valore di Untitled XXV aumenta del +145%, portando la quotazione dell’artista dorigine nederlandese quasi al picco raggiunto dal suo contemporaneo Rothko. Con un fatturato totale di 115 mln$ nel 2016, Willem de Kooning supera anche Alexander Calder (102 mln$) e recupera 23 posti nella classifica generale, situandosi all’11esima posizione.

Altri risultati forti confermano il vivo interesse dei collezionisti per l’arte astratta americana: uno di questi si è regalato la tela PH-234 (1948) di Clyfford STILL per 28,1 mln$ il 10 maggio 2016 da Christie’s a New York; un altro ha raddoppiato il record mondiale di Sam FRANCIS (Summer #1 (1957), 11,8 mln$, Sotheby’s, 11 maggio 2016), un terzo ha portato per la prima volta l’opera del minimalista Robert MANGOLD oltre il milione di dollari (Untitled (1973), 1,08 mln$, Christie’s Londra, 11 febbraio 2016).

Robert Ryman passa alla 72esima posizione della classifica mondiale, con un fatturato annuale di 26 mln$. Dopo un 2015 eccezionale, Cy TWOMBLY afferma il suo dominio (76,4 mln$) e si stabilisce al 19° posto della Top 500. Il suo miglior risultato dell’anno a 36,6 mln$ (Sotheby’s New York, 11 maggio 2016) resta tuttavia in ombra rispetto a quello stabilito l’anno precedente a più di 70 mln$ (Sotheby’s New York, 11 novembre 2015), che l’aveva reso un artista quotato al pari di alcune icone della modernità, tra cui Edouard Manet o Paul Cézanne. La quotazione di Twombly ha raggiunto cifre stellari, avvicinandosi in pochi anni al livello dei prezzi dei grandi pittori americani del dopoguerra, tra cui Pollock e Rothko. Il valore delle sue opere è esploso dopo la sua morte, con un indice dei prezzi che registra una crescita del +370% dal 2010.

Indice dei prezzi di Cy Twombly

Indice dei prezzi di Cy Twombly

In questo anno di turbolenze, si contraddistingue la performance di Agnes MARTIN: il suo indice dei prezzi si è impennato di oltre il 200% dal 2000. Quest’icona del Minimalismo americano ha appena superato, per la prima volta, la soglia dei 10 mln$, con Orange Grove (venduta per più di 10,6 mln$ rispetto a un record precedente di 6,5 mln$, Christie’s New York). Tale record ha anticipato l’apertura della sua retrospettiva al museo Guggenheim di New York (7 ottobre 2016 – 11 gennaio 2017), un’esposizione itinerante passata precedentemente dalla Tate Modern di Londra, il LACMA di Los Angeles e il Kunstsammlung Nordrhein-Westfalen di Düsseldorf. Le opere di Agnès Martin non avevano mai registrato un’accoglienza così calorosa nelle sale d’asta, generando più di 30,5 mln$ di fatturato nel corso degli ultimi dodici mesi rispetto ai 20,2 mln$ del 2015.

Particolarmente toccata dalla contrazione del mercato americano, la Pop Art, quest’anno, ha subito un forte rallentamento. Le incertezze del Mercato hanno chiaramente diminuito la presenza di capolavori di questo periodo nelle sale d’asta. Così il fatturato di Andy Warhol perde il -70%, quello di Rauschenberg il -73%, e quello di Lichtenstein il -76%. Il numero di opere scambiate non si indebolisce però per questi tre artisti, il cui mercato vanta una miriade di opere abbordabili, con le stampe che rappresentano tra il 75% e il 90% dei lotti aggiudicati per queste tre firme.

Fatturato di Andy Warhol e Roy Lichtenstein

Fatturato di Andy Warhol e Roy Lichtenstein

Predominanza della scultura americana

La scultura è un mezzo particolarmente utilizzato nell’arte contemporanea in Occidente. I 5.500 lotti venduti nel 2016 per un totale di 170 mln$ rappresentano l’11% degli scambi e il 16% del fatturato: più che per qualsiasi altro periodo di creazione. Tuttavia, l’elenco di artisti faro di questa disciplina è limitato. Alcuni asiatici (tra cui Murakami, Ai Weiwei), qualche inglese (Anish Kapoor, Antony Gormley, Toni Cragg) ma soprattutto americani: Mike Kelley, Robert Gober e, alla guida, ovviamente Jeff KOONS. Quest’ultimo, da solo, ganera un quarto delle entrate della scultura contemporanea. Il maestro del kitch smisurato registra 43 mln$ nel 2016, cifra che supera il fatturato annuale dell’arte contemporanea in tutta la Francia. Jeff Koons domina il mercato della scultura contemporanea, innanzitutto tra le gamme di prezzo più alte (cinque nuovi risultati milionari nell’anno, tra cui un’opera della serie Equilibrium ceduta per 15,3 mln$) ma regna anche su un immenso mercato abbordabile grazie ai suoi Multipli: riproduzioni in varie migliaia di esemplari, vendute a meno di 10.000 $.

Top 5 delle sculture americane nel 2016

Artista Opera Risultato ($) Asta
1 Jeff KOONS (1955) One Ball Total Equilibrium Tank (Spalding Dr. J Silver Series) 15 285 000 2016/05/08 Christie’s New York
2 David SMITH (1906-1965) “Zig I”(金字塔 I) 9 210 000 2016/05/11 Sotheby’s New York
3 Alexander CALDER (1898-1976) Untitled 8 314 000 2016/05/11 Sotheby’s New York
4 Jeff KOONS (1955) Smooth Egg with Bow (Magenta/Violet) 7 445 000 2016/05/10 Christie’s New York
5 Bruce NAUMAN (1941) “Henry Moore Bound to Fail” 6 997 000 2016/05/08 Christie’s New York
© artprice.com

Quest’anno, tuttavia, l’italiano Maurizio Cattelan soppianta le performance di Jeff Koons, con la vendita di Him, un’opera sovversiva che rappresenta Hitler inginocchiato in preghiera, in scala ridotta, piccolo come un bambino di sette anni, ceduta a 17,1 mln$ nel maggio 2016 a New York. Cattelan compie un balzo in avanti di quasi 10 mln$ nella scalata dei suoi record. Cosa che non gli consente comunque di eguagliare Koons, in termini di fatturato annuale. Se la quotazione di Koons è vitale per l’equilibrio del mercato della scultura americana, l’eccellenza di questo segmento si fonda anche sulle generazioni precedenti, in particolare sulla potenza del mercato di Alexander CALDER (più di 102 mln$ di opere vendute nell’anno, principalmente sculture) e, in misura minore, sulle vendite delle opere di David Smith (risultato annuale di 12,9 mln$) e di Bruce Nauman (risultato annuale di 11,2 mln$).

Anche diverse nuove firme dell’arte contemporanea americana registrano risultati forti, malgrado l’incertezza del mercato. È il caso di Barry X BALL, la cui prima opera proposta in un’asta pubblica ha raggiunto la somma di 545.000 $. Sleeping Hermaphrodite costituisce il “negativo” in marmo nero di Carrara della celebre scultura di marmo bianco del Museo del Louvre. Se nessuna delle sue opere era ancora stata presentata in una sala d’asta, Barry X Ball è comunque una figura conosciuta dai collezionisti di arte contemporanea di tutto il mondo. È rappresentato dalla galleria Nathalie Obadia.