Africa e diaspore

Dallo sviluppo di un mercato dell’arte contemporanea in Francia all’esplosione dell’arte afro-americana negli Stati Uniti: analisi del soffio “africano” che scuote l’intero Mercato dell’Arte.

Una nuova tendenza di fondo si distingue sulla scena del Mercato dell’Arte Contemporanea. Si tratta della “scena contemporanea africana” in senso lato e si esprime in modo diverso in base alle piazze di mercato. Mentre gli attori francesi del mercato dell’arte realizzano, da anni, un lavoro di fondo per valorizzare gli artisti contemporanei originari del continente africano, i britannici riscoprono (e ri-valorizzano) l’apporto degli artisti afro-britannici nella loro storia culturale, e gli americani fanno esplodere i prezzi di alcuni capolavori afro-americani.

La “scena contemporanea africana” non si ferma quindi agli artisti nati in Africa. Si estende anche a quelli originati da una diaspora, scelta o forzata, e ingloba le mescolanze culturali più diverse: afro-europei, afro-americani o afropolitan, parola coniata una decina di anni fa per designare un’identità transculturale, spesso abusata nel marketing nelle riviste “lifestyle”.

In questi ultimi anni, curatori, istituzioni, storici, critici e mercanti d’arte hanno moltiplicato le mostre e le pubblicazioni consacrate alla “scena africana”. Questa nuova tendenza curatoriale è stata rapidamente applicata al Mercato dell’Arte. Al di là dei confini semantici, il Mercato non limita il campo delle possibilità.

Sempre più spesso le case d’aste organizzano vendite tematiche di artisti africani di nascita o detentori di una “memoria” africana. Cominciano a raccogliere i frutti del loro lavoro e puntano sempre più sullo sviluppo di questo mercato in crescita.

Mostre e diffusione

Varie mostre hanno giocato un ruolo fondamentale nell’affermazione della scena africana, in particolare in Francia, Paese legato all’Africa da una lunga storia. La prima mostra di spicco risale al 1989, con Les Magiciens de la Terre che per la prima volta metteva gli artisti di cinque continenti sullo stesso piano (Centro Pompidou, Parigi). I curatori all’epoca sono Jean-Hubert Martin e André Magnin, il cui ruolo si è rivelato fondamentale in seguito.

Dopo aver costituito la potente “Contemporary African Art Collection” di Jean Pigozzi per 20 anni (CAAC, un fondo di 15.000 opere di arte contemporanea africana situato a Ginevra), André Magnin ha organizzato delle mostre decisive (tra cui Out of Africa a Londra, African Art Now a Houston, 100 % Africa al Guggenheim di Bilbao) e si è adoperato per la costituzione di un Mercato dell’Arte Contemporanea africana, scoprendo man mano artisti come Chéri SAMBA o Romuald HAZOUMÉ.

Record personali degli artisti contemporanei africani all’asta

Artista Opera Prezzo Data Casa d’aste
Chéri SAMBA (1956) Le seul et unique devoir sacré d’un enfant (2007) 140.280 $ 12/06/2017 Cornette de Saint Cyr Parigi
Romuald HAZOUMÉ (1962) Alexandra 31.121 $ 11/11/2016 Sotheby’s Londra
Frédéric BRULY BOUABRE (1923-2014) Costumes (2010) 70.364 $ 30/12/2017 Artcurial (S.V.V.) Parigi
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Sedici anni dopo, Les Magiciens de la Terre, Africa remix (2005) ha costituito un’altra tappa chiave. Questa mostra itinerante ha portato le opere di Yinka SHONIBARE, Ghada AMER o Julie MEHRETU – alcuni degli artisti oggi più in voga – in Germania, Gran Bretagna, Francia e Giappone. Dopo il 2010, il ritmo delle mostre è considerevolmente accelerato. Nel 2015, la Fondation Cartier sigla un successo fenomenale con Beauté Congo (150.000 visitatori). L’anno successivo, Seydou KEITA espone al Grand Palais; nel 2017, la Fondation Vuitton ospita Art/ Afrique, mentre il Palais des Papes di Avignone propone Les éclaireurs, sculpteurs d’Afrique

Queste mostre, e molte altre, hanno permesso di ampliare il pubblico dell’effervescente scena contemporanea africana o risultato della diaspora. Diversi artisti che hanno partecipato a questi eventi hanno integrato le collezioni permanenti di grandi musei, tra cui il Centro Pompidou, la Tate Modern o il MoMA.

Il sostegno di un’altra potente istituzione, la Biennale di Venezia, ha avuto un peso importante: nel 2013, l’Angola è il primo paese africano a conquistare un Leone d’Oro (Leone d’Oro per il miglior padiglione nazionale). Due anni più tardi, la direzione artistica della Biennale è affidata al curatore nigeriano Okwui Enwezor, mentre l’artista ghanese El ANATSUI viene insignito di un Leone d’Oro alla carriera. Nel 2017, lo stesso artista ottiene il Praemium Imperiale, l’equivalente del Nobel per l’arte.

Sviluppo dei saloni e delle aste

Parallelamente alla moltiplicazione delle mostre e dei riconoscimenti, lo sviluppo di un salone in particolare, 1-54, ha permesso di ampliare il pubblico e la cerchia di potenziali acquirenti. Inaugurato a Londra dall’imprenditrice franco-marocchina Touria El Glaoui nel 2013, questo salone è specializzato negli artisti delle nazioni africane e della loro diaspora. Il nome dell’evento, 1-54, fa riferimento ai 54 paesi che costituiscono il continente africano. Questa fiera è la risposta alla scarsa rappresentazione degli artisti africani nelle grandi fiere internazionali e riscuote un successo crescente dalla sua creazione. 1-54 ormai consolidata a Londra (15.000 visitatori quest’anno), 3 anni fa viene esportata a New York durante la Frieze Art Fair e approda oggi nel continente africano, con una prima edizione a Marrakech nel 2018. La fiera ha saputo distinguersi e guadagnarsi un posto sulla scena internazionale.

Una situazione analoga si profila per Victoria Mann, che organizza a Parigi il Salone AKAA (Also Known As Africa) allo scopo di valorizzare una scena artistica osservata attraverso il prisma dell’Africa (artisti africani e influenze incrociate nel resto del mondo). Le proposte di AKAA sono accolte favorevolmente e una terza edizione si aprirà a Parigi nel novembre 2018. I due saloni sono importanti per la valorizzazione di queste scene artistiche a Parigi, Londra, New York e Marrakech, scene che non lasciano insensibili le case d’aste…

Lo sviluppo di un segmento di mercato riservato all’arte contemporanea “africana” non è un fenomeno totalmente nuovo. Sotheby’s ha spianato la strada nel 1999 a Londra con la dispersione di parte della collezione Jean Pigozzi. In Francia, la casa d’aste Gaïa coltiva la scena contemporanea africana dal 2007 e Bonhams a Londra dal 2009, anno di una prima vendita tematica “Africa Now”’ da allora rinnovata annualmente. All’epoca, i risultati ottenuti non erano sempre positivi per mancanza di amatori, ma oggi la situazione è considerevolmente cambiata. Un numero crescente di artisti ha conquistato una stabilità istituzionale e il supporto di importanti gallerie.

È in un tale contesto in espansione che le case d’aste si lanciano con ottimismo, fiduciose nell’enorme potenziale di sviluppo di questo mercato. Di recente, Artcurial e Piasa (Parigi) organizzano vendite strettamente dedicate alla creazione africana. Da parte sua, Sotheby’s ha aperto una sezione specializzata nell’arte moderna e contemporanea africana a Londra nel 2017. La vendita inaugurale si è conclusa con 16 record. Stimolati dalla crescita fenomenale dei prezzi negli ultimi cinque anni, gli acquirenti si moltiplicano a Parigi, Londra, New York, Johannesburg e Città del Capo, mentre le grandi case d’aste si contendono le grandi firme che godono di una domanda mondializzata, quali Yinka SHONIBARE o William KENTRIDGE.

Paragone aste africane

Titolo Casa d’aste Data Fatturato Lotti venduti Migliore aggiudicazione
Africa Now Bonhams – Londra 28/02/2018 2.745.011 $ 58 1.661.472 $
Modern and Contemporary African Art Sotheby’s – Londra 16/05/2017 3.608.013 $ 79 940.816 $
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Al di fuori di Londra e Parigi, un fenomeno particolare si riscontra a New York, dove constatiamo una forte agitazione attorno a vari artisti afro-americani, spesso forti di potenti appoggi politici, mediatici e culturali.

Assalto ai pittori afro-americani

Dagli Stati Uniti, l’aumento di popolarità delle opere afro-americane è evidente. Assistiamo a una vera e propria impennata dei prezzi, segno di una nuova tendenza di fondo e non di una moda passeggera. Infatti, l’agitazione si fa sentire a tutti i livelli: riposizionamento di gallerie influenti, acquisti e ordini da parte di star e politici, sviluppo di archivi relativi all’arte afro-americana da parte di musei (lo Smithsonian’s Archives of American Art in particolare), aumento degli acquisti e delle donazioni (il California African American Museum ha ricevuto una donazione privata di 32 opere di artisti afro-americani quest’anno, tra cui lavori di Sam DOYLE, Jimmy Lee SUDDUTH e Purvis YOUNG), lista d’attesa, infine, per sperare di acquistare una firma in voga come quella di Njideka Akunyili CROSBY.

Le scelte operate da Barack e Michelle Obama hanno indubbiamente consolidato questa tendenza. Già mentre occupavano la Casa Bianca, la coppia Obama aveva rimaneggiato l’allestimento delle opere per dare rilievo ad artisti afro-americani come Glenn LIGON, William Henry JOHNSON e Alma Woodsey THOMAS. Poi è stata la volta della commissione dei ritratti ufficiali destinati alla National Portrait Gallery di Washington, per i quali hanno optato per due artisti afro-americani: Kehinde WILEY e Amy SHERALD, la cui modernità delle proposte ha profondamente scosso la stampa e l’opinione pubblica e la cui mediatizzazione, all’inizio del 2018, ha fortemente impattato le quotazioni.

Prima che Michelle Obama le commissionasse l’opera, il nome di Amy Sherald non aveva ancora attirato l’attenzione della critica ed era sconosciuto nella sfera del Mercato dell’Arte. Da allora, il suo stile sui toni del grigio ha fatto il giro del mondo e Amy Sherald è riuscita a ottenere un contratto con una galleria di prestigio: Hauser & Wirth. Kehinde Wiley,

afro-americano di origine nigeriana di 40 anni, influenzato dalla cultura hip-hop, era già noto negli Stati Uniti e in Francia prima di impegnarsi nel ritratto di Barack Obama (collabora con la galleria Templon da diversi anni). Ma la commissione ha avuto un impatto innegabile sulla sua quotazione, con un record d’asta raddoppiato quest’anno. Kehinde Wiley raggiunge attualmente i 300.000 $ per un ritratto intitolato Charles I, venduto al doppio della sua stima alta il 17 maggio 2018, da Sotheby’s a New York.

Top 3 risultati di vendita di Kehinde Wiley

Opera Prezzo Data Casa d’aste
Charles I (2018) 300.000 $ 17/05/2018 Sotheby’s New York
Madonna of the Rosary II (2007) 150.000 $ 16/11/2017 Christie’s New York
Charles I and Henrietta Maria (After Anthony Van Dyck) 143.000 $ 15/05/2014 Sotheby’s New York
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L’arte di Kehinde Wiley esplora temi legati all’identità razziale e sessuale, alla classe sociale e al potere, all’interno di parodie pittoriche che rivisitano la storia dell’arte. I suoi riferimenti diretti a Ingres, Tiziano, Rubens o Velàzquez seducono riposizionando la figura nera in visioni alternative e impegnate. Lo stesso vale per diversi artisti afro-americani che distorcono i codici della pittura occidentale per rivelare costruzioni socio-culturali e socio-politiche attraverso il colore della pelle. I collezionisti si avventano su questa “nuova tendenza”, come testimoniano gli eccezionali risultati ottenuti dalle opere di Njideka Akunyili CROSBY, Barkley L. HENDRICKS o Kerry James MARSHALL recentemente vendute all’asta.

Afro-americani in lizza, Marshall in testa

Cresciuto a Los Angeles, Kerry James MARSHALL ha forgiato il suo carattere con i movimenti di emancipazione neri-americani di cui la sua arte si è fatta eco. Attraverso l’uso di pigmenti come il carbone, l’artista spinge la carnagione dei suoi personaggi fino al nero più profondo all’interno delle sue composizioni, rivisitando la tradizione pittorica occidentale, dal Rinascimento all’epoca moderna. Sostenuto dal gallerista Jack Shainman sin dagli inizi degli anni ‘90, Kerry James Marshall, ha cominciato a farsi conoscere in una sfera più ampia esponendo alla Biennale del Whitney Museum e alla Documenta di Kassel (1997). Nei primi anni 2000, una mostra itinerante – Méditations sur l’esthétique noire – ha ampliato il suo pubblico americano. Nominato membro del Comitato per le arti e le scienze umane dal presidente Barack Obama nel 2013, integra qualche mese più tardi la potente galleria David Zwirner.

L’effetto leva è immediato sulla sua quotazione, con una prima opera milionaria all’asta: Vignette tocca 1,025 Mio$ il 13 novembre 2014 da Christie’s, sebbene fosse stata acquistata per 541.000 $ da Sotheby’s nel 2007. La quotazione di Marshall raggiunge un punto di svolta importante che è solo l’inizio dei successi futuri. Nel 2016, anno della sua prima grande retrospettiva americana (Kerry James Marshall: Mastry al Museo d’Arte Contemporanea di Chicago, al Museo d’Arte Contemporanea di Los Angeles e al Met Breuer di New York), l’artista raddoppia il suo record precedente (Plunge, 2,1 Mio$, Christie’s, 10 maggio 2016), prima di decuplicarlo quest’anno con Past Times, una tela immensa in cui dei personaggi neri si dedicano a piaceri tipici della borghesia bianca americana – croquet, golf, canottaggio – e rivisita Le Déjeuner sur l’herbe de MANET.

L’opera è stata venduta per 21,1 Mio$ il 16 maggio 2018 da Sotheby’s – vale a dire nove milioni oltre la sua stima alta – segnando il record assoluto per un artista nero americano vivente. La tela, che era stata acquistata per 25.000 $ dal “Metropolitan Pier and Exposition Authority” lo stesso anno della sua realizzazione (1997), è l’ultimo acquisto conosciuto di Sean Combs, alias Puff Daddy, che non è insensibile al business dell’arte e possiede già opere di AI Weiwei, Andy WARHOL, Keith HARING o Jean-Michel BASQUIAT.

Evoluzione del fatturato delle vendite all’asta di Kerry James Marshall

Evoluzione del fatturato delle vendite all’asta di Kerry James Marshall

Nel corso di questa stessa vendita, Sotheby’s proponeva altre firme afro-americane, nella fattispecie quelle di Njideka Akunyili Crosby e di Barkley Leonnard Hendricks, le cui opere hanno superato le stime. Barkley L. HENDRICKS è purtroppo deceduto qualche mese troppo presto per assistere al record di 2,1 Mio$ – il doppio della stima alta – battuto questo 16 maggio 2018 dalla sua tela Brenda P, che rappresenta la cantante Brenda Payton nel 1974. Nato nel 1945 e deceduto nel 2017, l’artista ha anch’esso stravolto i codici e le tecniche dei maestri antichi nella sua pittura dai soggetti neri.

L’artista di origine nigeriana Njideka Akunyili CROSBY (che vive Los Angeles) è stata la rivelazione del 2016 aggiudicandosi il premio Canson a New York. La sua prima apparizione all’asta lo stesso anno ha di poco preceduto una mostra organizzata dalla prestigiosa galleria Victoria Miro a Londra. Da allora, ottiene sei risultati milionari e la produzione fatica a soddisfare una domanda che si estende fino a Hong Kong (il 7,5% dei suoi ricavi derivanti dalle vendite contro il 62% negli Stati Uniti). Il record di Crosby ha toccato più di 3 Mio$ l’anno scorso da Christie’s a Londra per una tela che rappresenta la sorella maggiore dell’artista in giovane età (The Beautyful Ones, marzo 2017), il cui acquirente altri non è che Peggy Cooper Cafritz, militante a favore dell’uguaglianza di trattamento tra gli americani, grande collezionista di arte afro-americana e africana, deceduta quest’anno. Njideka Akunyili Crosby ha rapidamente conquistato i professionisti del Mercato dell’Arte diventando il fiore all’occhiello di questa nuova generazione di artisti afro-americani che entusiasmano. Sulla sua scia, altri trentenni si stanno facendo un nome alle aste, tra i quali Adam Pendleton e Toyin Ojih Odutola, i cui prezzi salgono alle stelle.

Il giovane Adam PENDLETON, 34 anni, registra un nuovo record di 225.000 $, contro una stima alta di 60.000 $ dal 15 novembre 2017 (Black Dada (K), Christie’s New York). Il suo lavoro ha già conquistato importanti gallerie del calibro di la Pace e Max Hetzler, con cui ha siglato un contratto all’inizio del 2018.

Da alcuni mesi più giovane, Toyin Ojih ODUTOLA (nata in Nigeria, cresciuta in Alabama e trasferita a New York) ha fatto un ingresso trionfale sul mercato delle aste lo scorso maggio. Un disegno di 35 centimetri è stato venduto per 62.500 $ da Sotheby’s, contro una stima da 10.000 $ a 15.000 $ (From a Place of Goodness, 17 maggio 2018). Si tratta di un anno importante per quest’artista promettente, con una prima mostra al Whitney Museum (To Wander Determined, ottobre 2017-febbraio 2018) e un nuovo contratto con la galleria Stephen Friedman.

La valorizzazione della scena afro-americana è tanto più rapida quanto più circola tra i musei, le gallerie e le sale d’aste. Soprattutto a New York. In misura minore a Parigi (Kehinde Wiley presso Templon) e a Londra, con la mostra sugli afro-americani e la lotta per i diritti civili negli Stati Uniti organizzata alla Tate Modern l’anno scorso (Soul of a Nation: Art in the Age of Black Power, luglio-ottobre 2017). Ma il lavoro di fondo operato a Londra interessa meno la scena afro-americana che gli artisti afro-britannici…

Verso nuovi record a Londra e Parigi

Nel 2014, la pubblicazione del libro “Black Artists in British Art: A History Since the 1950s” di Eddie Chambers ha colmato una lacuna ricollocando la storia degli artisti neri nella storia dell’arte britannica. L’autore evoca in particolare il “triumvirato trionfante”, composto da Steve MCQUEEN (primo artista nero britannico a beneficiare di una mostra personale all’Istituto di arte contemporanea di Londra), Yinka SHONIBARE e Chris OFILI, rivelazioni, questi ultimi due, grazie all’impulso della galleria Saatchi e alla comparsa di Young British Artists alla fine degli anni ‘90. Eddie Chambers termina la sua opera sugli artisti recentemente acclamati, tra cui Lynette YIADOM-BOAKYE, un’aggiudicazione milionaria quest’anno.

Di origine ghanese ma nata a Londra nel 1977, Lynette Yiadom Boakye esplora la questione nera creatasi dalla colonizzazione in Gran Bretagna. Due delle sue opere hanno superato i 300.000 $ negli ultimi 12 mesi a Londra, mentre una terza, The Hours Behind You, infiammava le aste a New York nel novembre 2017: stimata tra 250.000 $ e 350.000 $, l’imponente tela è stata venduta al prezzo record di 1,6 Mio$ da Sotheby’s. L’entusiasmo è evidente e non si tratta di un record isolato. Altri artisti afro-britannici si sono contraddistinti nelle sale d’asta londinesi quest’anno, in particolare Yinka SHONIBARE, Henry TAYLOR e Hurvin ANDERSON.

Evoluzione del fatturato delle aste di Yinka Shonibare e Lynette Yiadom Boakye

Evoluzione del fatturato delle aste di Yinka Shonibare e Lynette Yiadom Boakye

Yinka SHONIBARE e Henry TAYLOR ottengono ciascuno un record superiore a 300.000 $ quest’anno. Lo scorso 7 marzo, l’agitazione era palpabile da Christie’s, durante la salita delle offerte all’asta per una scultura di Shonibare che unisce i codici vittoriani e africani caratteristici del suo lavoro. L’opera ha ampiamente raddoppiato la sua stima alta, per avvicinarsi ai 330.000 $ (Girl Balancing Knowledge, Christie’s Londra). L’impennata dei prezzi è impressionante anche per Henry Taylor, il cui record è raddoppiato in due anni. Taylor tocca i 362.000 $ lo scorso 26 giugno (C&H, da Sotheby’s Londra) e supera il milione di dollari di opere vendute, cosa che lo porta alla 172ᵃ posizione nella classifica mondiale. I suoi ritratti di afro-americani hanno d’altronde conquistato la giuria del premio Robert De Niro quest’anno, nonché il direttore della galleria Blum & Poe, con cui l’artista ha appena avviato una collaborazione. Accessibili per meno di 10.000 $ 10 anni fa, le sue tele non sono mai state tanto agognate né tanto quotate.

Nella Top 20 dei nuovi record mondiali, Hurvin ANDERSON si distingue con un risultato di 3,4 Mio$, superando di due milioni la stima alta (Country Club: Chicken Wire, Christie’s Londra, 6 ottobre 2017), cosa che lo rende un artista quotato al pari della rivelazione americana Njideka Crosby. Nato nel 1965 a Birmingham da genitori giamaicani, Hurvin Anderson esplora temi legati all’identità, alla comunità e alla memoria della sua cultura afro-antillese. I riferimenti sono molto espliciti, nelle opere recenti che invocano Malcolm X o Martin Luther King come nella tela Is it OK to be black? messa in evidenza alla Tate Modern di Londra, in seguito alla nomina dell’artista al Turner Prize del 2017. Nonostante non si sia aggiudicato il premio Turner, Hurvin Anderson ha tratto un enorme beneficio da questo evento, in particolare all’asta.

Top 20 dei nuovi record personali di artisti contemporanei

Artista Opera Prezzo Vendita
1 CHEN Yifei (1946-2005) Warm spring in the jade pavilion (1993) 22.640.280 $ 19/12/2017 China Guardian Pechino
2 Kerry James MARSHALL (1955) Past Times (1997) 21.114.500 $ 16/05/2018 Sotheby’s New York
3 Mark BRADFORD (1961) Helter Skelter I (2007) 11.979.851 $ 08/03/2018 Phillips Londra
4 Mark TANSEY (1949) Source of the Loue (1988) 7.453.600 $ 16/05/2018 Sotheby’s New York
5 Robert GOBER (1954) Untitled (1993-1994) 7.287.500 $ 17/05/2018 Christie’s New York
6 Antony GORMLEY (1950) A Case for an Angel I (1989) 6.911.977 $ 06/10/2017 Christie’s Londres
7 Cecily BROWN (1969) Suddenly Last Summer (1999) 6.776.200 $ 16/05/2018 Sotheby’s New York
8 ZHOU Chunya (1955) Chinese tone (1992) 6.743.740 $ 19/06/2018 China Guardian Pechino
9 George CONDO (1957) Nude and Forms (2014) 6.162.500 $ 17/05/2018 Christie’s New York
10 QIU Hanqiao (1958) Mountain rhyme
5.751.438 $ 22/07/2017 Hangzhou Jiashi Hangzhou
11 AI Xuan (1947) Aspirant (1980) 3.762.296 $ 19/06/2018 China Guardian Pechino
12 Hurvin ANDERSON (1965) Country Club: Chicken Wire (2008) 3.456.804 $ 06/10/2017 Christie’s Londres
13 WANG Yancheng (1960) Untitled (2014) 2.784.288 $ 16/12/2017 Poly International Pechino
14 REN Zhong (1976) Nine dragons and sea (2018) 2.760.406 $ 30/04/2018 Council Shanghai
15 Jonas WOOD (1977) Maritime Hotel Pot with Aloe (2014) 2.292.500 $ 18/05/2018 Christie’s New York
16 Barkley L. HENDRICKS (1945-2017) Brenda P (1974) 2.175.000 $ 16/05/2018 Sotheby’s New York
17 XUE Liang (1956) Landscape (2012) 2.143.595 $ 15/06/2018 Beijing Council Pechino
18 Laura OWENS (1970) Untitled (2012) 1.755.000 $ 16/11/2017 Sotheby’s New York
19 Lynette YIADOM-BOAKYE (1977) The Hours Behind You (2011) 1.575.000 $ 16/11/2017 Sotheby’s New York
20 Julian SCHNABEL (1951) Ethnic Type #14 (1984) 1.452.500 $ 15/11/2017 Christie’s New York
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A New York come a Londra, l’accelerazione dei record è evidente per questo giovane mercato che si nutre d’Africa. Peraltro, gli acquirenti non provengono solo dall’Occidente. Le case d’aste registrano aste dal continente africano, in particolare da Johannesburg, Lagos e Accra.

In Francia, le soglie di prezzi ottenuti per gli artisti contemporanei africani sono meno importanti che negli Stati Uniti e nel Regno Unito. Tuttavia, la tendenza al rialzo è ugualmente palpabile. Citiamo, a titolo d’esempio, i due record di aggiudicazione ottenuti dal pittore congolese MOKE, nel corso del 2017: 51.000 $ per Bar nocturne e 38.000 $ per Classe des femmes, due opere vendute da Cornette de Saint Cyr a Parigi, nell’aprile e nel dicembre 2017. Questo pittore essenziale della scuola di Kinshasa resta, esattamente come Chéri SAMBA e Chéri CHÉRIN, molto distante dai livelli di prezzo degli artisti americani o britannici generati dalla diaspora. Il suo mercato sta comunque consolidandosi.

Record anche per il fotografo senegalese Omar Victor DIOP, che trae ispirazione dall’arte occidentale o dai fotografi di moda come Richard AVEDON. Lanciato agli incontri di Bamako nel 2011, questo degno erede dei grandi ritrattisti africani Seydou KEITA e Malick SIDIBÉ, ha fatto una carriera brillante dalla rivelazione della sua serie Diaspora (2014) dove incarna dei personaggi della diaspora africana. È giustamente un’opera tratta da questa serie, venduta per 25.000 $ il 30 dicembre 2017, che detiene il suo record (Omar Ibn Said; Série Diaspora, vendita tematica Paris#Marrakech: African spirit di Artcurial). La quotazione dell’artista prenderebbe un’altra dimensione se le sue opere arrivassero sul mercato anglosassone. Per il momento, sono riservate al mercato parigino, un mercato goloso in cui tutte le opere di Diop trovano acquirenti.

Tra il paziente lavoro di valorizzazione dell’arte contemporanea africana in Francia e l’entusiasmo riscontrato negli Stati Uniti e nel Regno Unito per gli artisti provenienti dalla diaspora, il mercato internazionale si apre innegabilmente e rivela una forza mai raggiunta fino a quel momento, con i 21,1 Mio$ ottenuti per un’opera di Kerry James MARSHALL, un record assoluto per un artista afro-americano vivente, che non può che rafforzare l’ottimismo e il coinvolgimento futuro delle case d’aste.