Continuazione dell’intervista esclusiva rilasciata da Thierry Ehrmann, amministratore delegato di Artprice.com (9 ottobre 2011)

[09/10/2011]

 Continuazione dell’intervista esclusiva rilasciata da Thierry Ehrmann, amministratore delegato di Artprice.com (9 ottobre 2011)

Boursica : Dopo l’intervista che ci ha concesso ai primi di giugno, sono successe molte cose, sia nell’ambito di Artprice sia nell’ambito dei mercati finanziari. Abbiamo quindi molte domande da farle e desidereremmo ricevere da lei risposte precise. Per cominciare, perché secondo lei l’intervista esclusiva su Artprice che ha rilasciato a Boursica nel giugno 2011 ed è stata pubblicata in diverse lingue su Google, ha ricevuto a tutt’oggi oltre 210.000 visite e suscitato un simile interesse nel pubblico? (Intervista del giugno 2011)

Thierry Ehrmann :
Penso semplicemente che gli azionisti francesi ne abbiano abbastanza dei comunicati politicamente corretti diramati dalle società quotate sul mercato regolamentato, che richiedono una laurea quinquennale con tanto di specializzazione per essere decifrati.Se si rilegge attentamente la prima intervista è possibile vedere che raccontando in modo semplice e diretto la vicenda atipica e fuori del comune di Artprice – una società che, partita da zero, è diventata nel giro di 14 anni il leader mondiale delle informazioni sul mercato dell’arte – risulta evidente che si è trattato soprattutto di una straordinaria avventura umana, di un lavoro di squadra eccezionale, di un progetto titanico, considerato inizialmente quasi un’utopia, ma ormai diventato una realtà ineludibile, utilizzato ogni giorno dagli 1,3 milioni di membri Artprice e da milioni di utenti gratuiti che, prima o poi, acquisteranno le informazioni a pagamento di Artprice quando sarà il momento.

Boursica : Rileggendo la prima intervista, ci si rende conto che la storia di Artprice è anche una serie ininterrotta di battaglie legali fuori del comune. Bisogna quindi dedurre che non è stato tutto rose e fiori?

Thierry Ehrmann :
È vero, la storia di Artprice è costellata di battaglie giudiziarie in molti continenti diversi. Non è possibile accedere al monopolio del mercato più antico del mondo, quello dell’arte, senza spargere – ahimè – fiumi di sangue. Ma in quell’intervista, si sottolinea anche che non è possibile arrestare un gruppo semplicemente prendendone di mira la contabilità, i bilanci e annessi e connessi, specie nel 2011, anno in cui la proprietà immateriale e intellettuale sono diventate, come ha dichiarato il celebre Paul Getty, il petrolio del XXI secolo. I criteri IFRS non tengono ancora conto di molti indicatori umani, finanziari e scientifici che, tuttavia, sono fondamentali per comprendere un gruppo come Artprice.

Boursica : Questo discorso riguarda solo i piccoli azionisti, ma non certo i professionisti della finanza.

Thierry Ehrmann :
Niente affatto. Non ha idea quanti gestori di fondi, banchieri e analisti finanziari mi abbiano confessato che quell’intervista ha finalmente fornito loro un quadro veramente completo della scena, che i 10 anni precedenti di documenti, rifermenti e informazioni regolamentate non erano riusciti a tracciare. Non è da escludere che Artprice giorno possa essere l’argomento di una sessione della SFAF (Société Française des Analystes Financiers, Società Francese degli Analisti Finanziari).

Boursica : Quindi secondo lei le società quotate sul mercato regolamentato sono vittime del politichese?

Thierry Ehrmann :
Le informazioni regolamentate, contrariamente a quanto si pensa comunemente, consentono di dire molto più di quanto non si pensi. Certe società quotate dovrebbero smettere di prendersela con l’AMF o altri organi di regolamentazione. Le società emittenti sono semplicemente vittime di quella che, dalla stampa, viene chiamata autocensura. Chi oggi, può acquistare azioni basandosi su una pubblicazione trimestrale priva di qualsiasi collegamento con la realtà? Un ottimo esempio viene fornito da alcune banche, in particolare quando parlano dei propri stress test e della propria esposizione al rischio, leggendo i quali ci si accorge che fra meno di tre mesi emetteranno comunicati, dichiarando di tutto e il contrario di tutto.

Boursica : Che cosa dovrebbero fare i dirigenti, allora?

Thierry Ehrmann :
È compito dei dirigenti intrattenere un rapporto integro e quasi carnale con il mercato e con gli azionisti. Certo, questo richiede tempo, resistenza e una gestione di rendimenti a volte passionali, ma sono le regole del gioco Qualsiasi comunicazione onesta, appassionata e completa comporta, fisiologicamente, reazioni disinibite da parte di azionisti o gestori di fondi che subiscono il diktat di comunicati sterili e che, di fatto, a volte si lasciano andare con Artprice.

Boursica : Torniamo alla legge del 20 luglio 2011 che recepisce nel diritto nazionale la direttiva europea sui servizi, in particolare per quanto riguarda le aste elettroniche online. A che punto è Artprice?

Thierry Ehrmann :
Questa legge rappresenta per noi una vittoria immensa, giunta dopo undici anni di Via Crucis legislativa e di lobbying a livello europeo e una guerra senza quartiere contro una minuscola casta che era persuasa di poter perpetuare nel XXI secolo un monopolio nato nel 1556. I brutti tiri che ci hanno giocato ci hanno sì stancato, ma hanno anche rafforzato la nostra consapevolezza dell’importantissimo ruolo che svolgiamo nel mercato dell’arte globale, grazie al mercato standardizzato (Place de Marché Normalisée) di Artprice e ai dati sulle abitudini dei nostri 1,3 milioni di membri, custoditi nel rispetto delle leggi europee sulle informazioni personali. L’azione legale promossa da Artprice per intesa illecita presso l’Autorità Garante della Concorrenza è in corso d’istruzione e contiene alcuni elementi che lasceranno gli avversari a bocca aperta. È prevedibile che presto vi saranno delle ripercussioni.

Boursica : L’accanimento di questa piccola casta nasce, a suo parere, da motivazioni economiche o dal timore di perdere uno status sociale?

Thierry Ehrmann :
Una vecchia regola recita che il grado di aggressività dell’avversario fornisce, in tempo reale, una misura della distanza che occorre coprire per entrare nella camera blindata dove regna sovrano. Da questo punto di vista, con 126 processi di cui 117 vinti in diversi continenti [vedere la prima intervista], ci siamo convinti senza ombra di dubbio di essere molto vicini a conquistare, in modo del tutto legale, questo monopolio senza per questo commettere abuso di posizione dominante. Per riassumere le guerre contro la vecchia guardia della casta, il romanzo “Il Gattopardo” di Tomasi di Lampedusa fornisce una misura perfetta di quello che abbiamo vissuto.

Boursica : Questa legge è in vigore dal 1º settembre 2011. Perché aspettare?

Thierry Ehrmann :
In effetti, il 1º settembre 2011 è la data di entrata in vigore della legge, ma la invito a leggere l’articolo 5, in base al quale siamo in attesa di un decreto congiunto del Ministero della Giustizia e del Ministero della Cultura in materia di circolazione dei beni culturali. Questo decreto arriverà presto. È bene chiarire che un decreto non è soggetto ad alcun dibattito legislativo e, come suggerisce il nome, permette solo di definire i termini. Non vi è quindi alcun rischio che altri possano rallentare in alcun modo questo comunicato unilaterale.

Boursica : Alcuni dei nostri iscritti ci hanno riferito che Le Figaro si starebbe dando alle aste.

Thierry Ehrmann :
Niente di nuovo. Le ricordo che la famiglia Dassault è proprietaria sia di Le Figaro sia di una delle principali case d’asta francesi: Artcurial. Da anni Le Figaro pubblica pagine intere di promozione per Artcurial. È quindi naturale che Le Figaro, nell’ambito del proprio marchio, promuova le aste verso le altre case del gruppo, ma Le Figaro, come persona giuridica, non è un operatore ai sensi della legge del 20 luglio 2011. Desidero ricordare che Artprice, nell’ambito di una collaborazione, fornisce da diversi anni la quasi totalità delle informazioni e dei testi per i numeri speciali di Figaro Beaux Art – Guida al mercato dell’arte.

Boursica : Ma all’atto pratico, le aste di Artprice si svolgeranno come quelle, diciamo, su eBay?

Thierry Ehrmann :
Assolutamente no. E per molti motivi: gli importi medi d’asta si collocano, secondo i nostri studi, sui 12.000 euro e questo implica un approccio radicalmente diverso dal punto di vista legale e commerciale. Il nostro sistema si basa innanzitutto sulla chiara identificazione dei nostri membri, con opere per le quali gli acquirenti possono usare in qualsiasi momento e su tutte le nostre pagine, grazie agli accordi che abbiamo stipulato, il database delle opere d’arte rubate compilato da Interpol. Ciò consente ai clienti di Artprice di verificare se l’opera presentata è oggetto di procedimento penale. Al contrario dei servizi di vendita all’asta rivolti al grande pubblico e ampiamente conosciuti, Artprice impone ai propri clienti una presenza giudiziaria permanente che instaura, a mio parere, la fiducia necessaria per il buon funzionamento del proprio mercato standardizzato come mediatore d’asta per aste condotte a distanza per via elettronica. Desidero precisare che Artprice collabora da 5 anni con gli organi di polizia giudiziaria di quasi 70 paesi, suscitando un livello di fiducia raramente uguagliato su Internet, esaltato da una costante collaborazione con gli artisti, con gli aventi diritto e con gli esperti. La nostra vera forza è il concetto di conto di deposito in garanzia nel quale Artprice ha concettualizzato tutti i possibili scenari legali, per assicurare che l’asta realizzata sia incontestabile e venga condotta a un livello di fiducia raramente eguagliato su Internet. Quello del deposito in garanzia è lo stesso principio usato da notai e avvocati nelle operazioni di compravendita.

Boursica : Potrebbe chiarire questo concetto di deposito in garanzia?

Thierry Ehrmann :
Le descrivo brevemente l’iter: quando il venditore, attraverso una serie di procedure, conferma il miglior offerente dell’asta, l’acquirente deve versare fisicamente, usando la modalità di pagamento che più gli aggrada, l’importo dovuto su un conto bancario monointestato unico come deposito in garanzia. In questi casi vige una regola intangibile: un truffatore per natura non anticipa mai neppure un euro. Nel nostro contesto, il venditore gode di una forte garanzia, poiché la somma è stata versata a un soggetto terzo di fiducia. In seguito, dopo una serie di procedure estremamente precise e dettagliate, l’acquirente convalida in via definitiva la vendita consentendo al venditore di incassare i proventi dell’asta e ad Artprice, a sua volta, di incassare la provvigione che, a seconda dei prodotti e dei servizi offerti per quell’asta, va dal 4,5% al 9%. La nostra grande forza è rappresentata dal fatto che partiamo con un database dove ognuno dei nostri 1,3 milioni di membri viene valutato in base a un indice di fiducia, nel rispetto delle direttive europee in materia di dati personali.

Boursica : A sentirla parlare, la sicurezza offerta da Artprice si direbbe quasi superiore a quella offerta da una casa d’aste tradizionale.

Thierry Ehrmann :
In effetti, se si ha una buona conoscenza dell’economia digitale, insisto a dire che il livello di sicurezza delle aste e di tutti i nostri servizi, se teniamo conto dei nostri sviluppi IT e delle procedure legali, è superiore a quello offerto dalla vecchia economia. Abbiamo sempre avuto, da oltre 10 anni, uno dei più bassi tassi di rifiuto di addebito sulle carte di credito, stando ai dati del gruppo d’interesse economico Carte Bancaire.

Boursica : Nella nostra prima intervista lei ha descritto esattamente come Artprice può, nel proprio settore di mercato, soddisfare l’esigenza di un cliente che, poniamo, desidera vendere una scultura di Armand, tipo Les Poubelles Organiques. Artprice è in grado di ricavare dai suoi miliardi di registri i nominativi dei clienti appassionati di Armand, delle sue sculture e, precisamente, del periodo relativo alle sue Poubelles Organiques. Da allora, però, avete compiuto ulteriori progressi. Ce li può descrivere?

Thierry Ehrmann :
Ancora una volta e come sempre, il mercato dell’arte è in cronico ritardo. È opportuno ricordare che si è passati dai 50 milioni di utenti Internet del 2000 agli oltre 2,5 miliardi del 2011. Nel 2013, la soglia dei tre miliardi sarà stata ampiamente superata. Ecco perché dopo l’approvazione della legge del 20 luglio 2011, abbiamo ricevuto da tutto il mondo proposte intellettualmente molto elaborate da parte di gruppi che operano sul mercato dell’arte e di gruppi finanziari, secondo i quali il nostro mercato standardizzato non è un’opzione ma un’evoluzione inevitabile, come le borse elettroniche che hanno fatto scomparire i recinti delle grida. Vorrei ricordare che Groupe Serveur, la nostra controllante, di cui sono il fondatore, è presente su Internet dal 1985.

Boursica : In parole povere, che cosa significa tutto ciò? Potenziali clienti o potenziali concorrenti di Artprice?

Thierry Ehrmann :
Nella prima intervista, avevo chiaramente spiegato che il mercato standardizzato di Artprice era stato sottoposto a numerose tutele ai sensi della proprietà intellettuale e che tali tutele erano state rese operative in diversi continenti. Stiamo quindi parlando di clienti e anche di potenziali clienti di grandi dimensioni.

Boursica : Quando parla di potenziali clienti, che cosa intende dire? Glielo chiedo perché secondo i comunicati di Artprice quasi l’83% delle case d’asta e degli esperti collaborano con voi.

Thierry Ehrmann :
Di fatto, questa cifra è corretta e confermata. Sto parlando di nuovi clienti e di gruppi, soprattutto asiatici, relativamente giovani e molto ricchi, che non si ritengono capaci di concepire il mercato dell’arte del XXI secolo a meno di non disporre di un’alleanza commerciale o di capitale con il mercato standardizzato di Artprice. Questi clienti e gruppi portano ad Artprice reti di comunità e centinaia di migliaia di acquirenti o venditori, perché pensano, giustamente, che il mercato dell’arte esploderà quando il margine di intermediazione subirà un tracollo. Ricordiamo che tale margine è attualmente pari a circa il 37,5%, secondo il Conseil des ventes volontaires.

Boursica : Qual è, allora, il loro modello di business e in che cosa risiede il vostro vantaggio?

Thierry Ehrmann :
Nonostante una posizione dominante, esistono sempre, soprattutto nei paesi asiatici come la Cina, ovviamente, che è il primo paese al mondo nel mercato dell’arte, ma anche a Singapore, Hong Kong ecc., reti capillari impossibili da capire. I nostri partner sono perfettamente consapevoli del valore aggiunto che ci portano e, sfidando i luoghi comuni, hanno integrato la barriera insormontabile della proprietà intellettuale che costituisce una terribile barriera d’ingresso (basti vedere il contrasto tra Apple e Samsung). Così hanno modellato, con ingenti somme di denaro che nessun europeo è in grado di investire, una macchina da guerra che si innesta, attraverso il marketing di affinità, sul nostro mercato standardizzato. Per dirla in modo semplice, noi creiamo spazi vuoti e/o franchi che per loro sono realtà definitive per le quali prevedono già lo sbarco in borsa. Non per niente ci stiamo preparando con pazienza all’apertura di una filiale e di sale server a Hong Kong, che è il laboratorio della Repubblica Popolare Cinese e la porta d’ingresso per tutta l’Asia. Hong Kong è già una delle cinque piazze principali del mercato dell’arte mondiale.

Boursica : All’atto pratico, questo significa che Artprice parteciperà ad alcuni ingressi in borsa?

Thierry Ehrmann :
Secondo me è necessario capire che la crisi iniziata nel 2007 è un segno di un declino dell’Occidente e non certo l’ennesima crisi. Io non ho tempo da perdere. Se in Europa ci metto tre mesi per incontrarmi con un player importante, in Asia dopo tre mesi siamo già alla stesura dei protocolli d’intesa. Quindi è chiaro che Artprice utilizzerà per proprio tornaconto tutto l’interesse generato dal futuro ingresso in borsa di questi importanti player, la cui capitalizzazione prevista potrebbe essere, per alcuni, superiore a quella di Sotheby’s, che è quotata al NYSE.

Boursica : Chi potrebbe superare la capitalizzazione di Sotheby’s?

Thierry Ehrmann :
Penso per esempio a Poly International Auction, una delle principali case d’asta cinesi che conosciamo fisicamente da qualche tempo e che sta preparando il proprio ingresso in borsa senza preoccuparsi nemmeno per un secondo del tracollo dei mercati finanziari occidentali. Ci sono peraltro anche moltissimi player che hanno compreso il meccanismo sociologico delle fiere d’arte contemporanee e delle biennali e che considerano il social network Insider Artprice, che stiamo sviluppando da quasi due anni in collaborazione con sociologi, player del mercato e membri della rete stessa, un metodo rivoluzionario per perpetuare le fiere che, sebbene indispensabili, sono per natura fenomeni effimeri.

Boursica : Quindi è la fine delle fiere d’arte contemporanea?

Thierry Ehrmann :
In termini assoluti, sì. All’atto pratico ovviamente no. Le fiere continueranno esistere e si proporranno come momenti salienti dell’attualità artistica, la cui la continuità nel corso dell’anno sarà, tra l’altro, garantita su Insider Artprice. Ancora una volta, è stato necessario smontare con pazienza il meccanismo sociologico ed economico delle fiere internazionali. Per comprendere questa rivoluzione, negli anni Novanta i commercianti e le gallerie consideravano le fiere internazionali un modo per aumentare il volume d’affari. Oggi, il loro obiettivo principale è lo scambio di informazioni con i clienti e i colleghi e, in subordine, pagarsi almeno lo stand. Ancora una volta si sostituisce alla rete fisica, costosa e effimera per natura, una rete digitale economica e permanente. Non dobbiamo dimenticare che Artprice partecipa a più di 300 fiere internazionali l’anno, uno sproposito dal punto di vista economico. Sopravvivranno solo fiere storiche e importanti, come la Fiac, con la quale pubblichiamo congiuntamente da 5 anni la relazione annuale bilingue sul mercato dell’arte contemporanea.

Boursica : Nella crisi economica attuale senza precedenti, l’arte è veramente un bene rifugio?

Thierry Ehrmann :
Nel corso del XX secolo sono stati pubblicati numerosi studi di economisti, sociologi e ricercatori sulla redditività delle opere d’arte. Questi ricercatori, però, non disponevano di strumenti econometrici validi, quindi hanno usato, in linea generale, le medie aritmetiche e il metodo dei comparabili, studi passibili di generare errori perché basati su un mercato di tipo eterogeneo, come ho spiegato nella prima intervista. Rinfreschiamo la memoria: un’opera che abbiamo identificato e standardizzato su un catalogo di vendita del 1908 e che nel corso dei decenni è passata regolarmente da una casa d’aste all’altra, e tuttora lo fa, possiamo dire che si tratta della stessa opera. Se ne conoscono quindi la quotazione e il rendimento anno dopo anno. Per questo motivo Artprice è l’unica società del mondo a disporre di un metodo econometrico impeccabile (vendite ripetute) basato sull’insieme omogeneo di tutte le opere.Ecco perché abbiamo creato indici e strumenti derivati da quelli del mondo finanziario per misurare il rendimento degli artisti antichi, moderni e contemporanei. È innegabile, cifre alla mano, che in alcune fasce di prezzo, con una tipologia specifica di artisti o di opere, si susseguano momenti di crisi e che il rendimento sia quasi costante, a prescindere dai fattori esterni, nello specifico il tracollo dei mercati finanziari.

Boursica : Ma allora è lecito immaginare un mercato azionario con prodotti derivati?

Thierry Ehrmann :
In effetti, abbiamo partner internazionali provenienti dal settore del private banking e della finanza che, basandosi sui nostri dati, stanno preparando la cartolarizzazione delle opere d’arte per le quali disponiamo dell’intera cronologia dei prezzi e degli indici. Non dobbiamo dimenticare che sono state le opere d’arte a dare l’avvio alle prime banche in Europa e che, per molti secoli, sono stati oggetti di pegno e garanzia, quindi valori fiduciari.

Boursica : Chi saranno questi acquirenti professionali e i loro clienti finali?

Thierry Ehrmann :
Prevalentemente operatori nel campo della finanza che, peraltro, di solito vantano un’ottima cultura del mercato dell’arte e ritengono che questi prodotti derivati, basati sugli indici incontestabili da noi prodotti, possano dar loro un po’ di respiro sui mercati azionari. I primi test di marketing hanno fornito risultati molto positivi. I clienti del private banking o family office (oltre 30 milioni di clienti di fascia molto alta in tutto il mondo) hanno accolto molto favorevolmente questo tipo di attivo finanziario.

Boursica : Come spiega il fatto che, davanti a simili rivoluzioni, il gruppo dei player del mercato dell’arte in Occidente rimanga così conservatore?

Thierry Ehrmann :
Definirei meglio la cosa. Intanto è vero, la vecchia generazione ha oltre 30 anni di ritardo perché abituata a negoziare principalmente opere di artisti scomparsi per essere sicura che non uscissero nuove opere di quegli artisti. Oggi, soprattutto in Asia, ma anche in Nord America e in Europa, gli artisti viventi contemporanei spesso superano in termini di rendimento quelli moderni che, secondo i criteri della storia dell’arte, sono tutti morti. Ci troviamo quindi in presenza di quasi un milione di artisti plastici che vivono esclusivamente delle proprie opere, con un prezzo medio di vendita compreso tra gli 8.000 e 15.000 euro sul mercato primario (gallerie) e tra i 30.000 e i 70.000 euro sul mercato secondario (aste). Artprice è l’unica società al mondo a possedere tutte le biografie e tutti i dati indicizzati di quegli artisti. Ecco spiegato come mai il mercato primario e quello secondario si trovano costantemente su Artprice, sia gratuitamente sia a pagamento. Per comprendere il ritardo accumulato dalla vecchia generazione, le racconto un episodio molto significativo: quest’estate il presidente di una delle principali case d’asta francesi mi ha confessato di aver riflettuto su Internet, “considerato che sono stati superati i 200 milioni di utenti a livello mondiale”. È stato terribile sentire uscire dalla bocca di quel Presidente, peraltro molto colto, una simile sciocchezza, visto che in tutto il mondo gli utenti Internet sono oltre 2,5 miliardi. Questo le dà la misura del ritardo abissale accumulato dalla vecchia guardia.

Boursica : La sua profonda conoscenza degli artisti le deriva dal fatto che lei stesso da 30 anni è scultore e artista plastico, come si evince dal suo documento di riferimento alla sezione “fattori di rischio”, al paragrafo “persona chiave”?

Thierry Ehrmann :
Sì, in effetti la mia condizione di scultore e artista plastico mi permette di essere al centro della comunità artistica e comprenderne l’evoluzione, le esigenze, gli interrogativi e i desideri.

Boursica : Trova ancora il tempo per creare opere?

Thierry Ehrmann :
Assolutamente. Ho appena finito, quest’estate, una monumentale installazione composta da 99 sculture, chiamata Les Sentinelles Alchimiques. Si tratta di 50 tonnellate di acciaio grezzo su una superficie di 9.000 m² che avvolgono come un inframince, quel tipo di espressione artistica definito da Marcel Duchamp, le mie 3.600 opere che costituiscono il nucleo della Demeure du Chaos (o Abode of Chaos, come ha l’ha chiamata il New York Times), che è anche la sede legale di Artprice e Groupe Serveur. È, a tutt’oggi, una delle installazioni scultoree più importanti d’Europa.

Boursica : Ma allora in quanto tempo si è decuplicato il mercato?

Thierry Ehrmann :
In meno di vent’anni siamo passati dalla pittura tradizionale a olio, quando il tempo di asciugatura del dipinto si misurava in mesi, all’epoca attuale in cui i giovani artisti utilizzano i colori acrilici e le innovazioni tecnologiche e industriali per produrre le proprie sculture e installazioni. Attualmente i tempi di produzione di un’opera d’arte si misurano in settimane. Ecco perché la produzione di opere d’arte in tutto il mondo si è moltiplicata per 20 in meno di venticinque anni. L’esplosione di questo mercato, che interessa ormai numerose generazioni e status sociali, con quasi 300 milioni di appassionati, collezionisti e professionisti dell’arte, è dovuto al calo del costo unitario delle opere d’arte che le rende accessibili a un gran numero di persone.

Boursica : Comunque, tra i giovani artisti le differenze di prezzo sono molto significative, non è vero?

Thierry Ehrmann :
Non dico di no, ma questi giovani artisti grazie a Internet e in particolare al nostro mercato standardizzato, dove dispongono di uno spazio dedicato, sanno adattarsi molto rapidamente alle rettifiche del mercato, riducendo la propria produzione o cambiando continente, favorendo zone di crescita. Dall’altro lato ci sono i vecchi player che sono a volte costretti a fermare le vendite oppure a bloccare cataloghi già stampati, perché la rettifica dei prezzi è molto più veloce rispetto a un’asta tradizionale, che richiede come minimo dai 4 ai 9 mesi di preparazione. In termini assoluti, hanno acquisito, intuitivamente, una reattività al mercato molto simile a quelle dei migliori commercianti. Il mito dell’artista maledetto appartiene ormai definitivamente al passato.

Boursica : È forse questo uno dei motivi che spinge la maggior parte delle case d’asta mondiali verso Artprice?

Thierry Ehrmann :
Ovviamente, le case d’asta, grazie al mercato standardizzato di Artprice, saranno in grado di creare o modificare con il passare dei giorni le proprie aste attraverso il nostro Intranet protetto, aderendo letteralmente al mercato con la certezza di promuovere le proprie aste al nostro database clienti superqualificato che, a tutt’oggi, è il più grande del mondo. Si passa quindi da un intervallo di un semestre a un intervallo di pochi giorni per realizzare una vendita d’asta a buone condizioni, sia per l’acquirente che per il venditore, con la certezza aggiuntiva di concludere la vendita e il pagamento nel giro di pochi giorni.

Boursica : Fino a che punto Artprice intende diffondere le informazioni che possiede, gratis o a pagamento?

Thierry Ehrmann :
Disponendo di risorse server e di una capacità di banda sovrabbondante (non dimentichiamo che, grazie a Groupe Serveur, siamo il provider di noi stessi), distribuiamo i nostri dati gratuitamente o, in rari casi, a prezzi molto contenuti, al mondo accademico, alle scuole d’arte del mondo, alle associazioni di artisti, alle società di tutela del diritto d’autore, agli storici d’arte, ai ricercatori, ecc. Non ho problemi a dire che abbiamo la volontà di creare una vera e propria dipendenza in qualsiasi persona al mondo abbia una qualunque relazione con il mercato o con la storia dell’arte. Nel 2010 Artprice ha fornito informazioni gratuite a quasi 54 milioni di visitatori. Nella misura in cui non perdiamo denaro, questa dipendenza è penetrata in quasi tutti gli organi istituzionali o privati del mondo interessati all’arte. Bisogna saper essere molto pazienti, ma con la crescita di Internet, rientriamo sotto la legge di Robert Metcalfe che dice che “l’utilità di una rete è proporzionale al quadrato dei suoi utenti”.

Boursica : Dopo la prima intervista, c’è stato uno scontro con Artnet. Di che cosa si è trattato?

Thierry Ehrmann :
La società Artnet, che non svolge il nostro stesso lavoro, ha dovuto abbassare la guardia sulle dichiarazioni dell’intervista (che confermiamo punto per punto) quando abbiamo avviato procedure a suo carico per violazione dei nostri diritti proprietà intellettuale. A proposito, rettifico le dichiarazioni rilasciate durante la prima intervista, ricordando che attualmente, nel 2011, una semplice giornata di trading di Artprice genera un volume finanziario pari a circa 3 mesi di trading di Artnet. Inoltre, si è visto che nel mese di settembre Artnet è uscita dal mercato azionario ufficiale per passare a quello libero tedesco. Si tratta di un terribile passo indietro per gli azionisti e per la società.

Boursica : A proposito di mercato azionario, a che punto è Artprice?

Thierry Ehrmann :
Tra il 1º gennaio 2011 e il 5 ottobre 2011, Artprice ha registrato la migliore performance del mercato azionario francese sul mercato regolamentato, con una variazione del +158% e un volume di scambi sul titolo superiore a 702 milioni di euro. Ancora una volta, il mercato si muove in modo spontaneo e istintivo. Cifre di questo genere indicano chiaramente che il mercato ha condotto le proprie ricerche, commissionato i propri studi e svolto le proprie indagini in seno al mercato dell’arte. Un volume di scambi pari a 700 milioni di euro nel giro di nove mesi non è un caso, soprattutto se si verifica durante il peggior tracollo della storia del mercato azionario. Come ex operatore di borsa, direi che abbiamo parlato francamente al mercato e il mercato ha capito perfettamente e risposto in termini di volume e quotazione di Artprice.

Boursica : Visto che stiamo parlando di borsa, avete sempre gli stessi obiettivi che avete indicato in occasione della prima intervista, nel giugno 2011, nonostante il tracollo di questa estate?

Thierry Ehrmann :
Assolutamente. Confermo rigorosamente gli obiettivi indicati nel giugno 2011 e cioè il ritorno della quotazione ai livelli raggiunti nel 2005/2006, vale a dire 30 euro, quando abbiamo iniziato a parlare del recepimento della Direttiva Servizi. La quotazione è stata un semplice ritorno ai livelli precedenti al quinquennio durante il quale la Francia ha esasperato l’Europa con il suo lato patetico, rifiutando la riforma delle aste, in particolare quelle elettroniche. Confermo seriamente che possiamo solamente partire da una base di 67 euro che è stata la nostra quotazione più alta prima del 2005, anno di creazione del mercato standardizzato. Abbiamo mantenuto tutti gli impegni presi nel prospetto informativo che abbiamo emesso in occasione dell’ingresso in borsa. Siamo anzi molto al di sopra degli impegni presi in quel prospetto del 1999. Vi ricordo che abbiamo raggiunto, già tre mesi fa, i 58 euro, una quotazione pienamente coerente con i volumi trattati. Ribadisco che il detto “quotazione vista, quotazione rivista” è una vecchia regola del mercato azionario. Artprice ha dimostrato che questo adagio le si applica senza ombra di dubbio, anche in un momento di piena crisi.

Boursica : Dentro di lei, qual è la sua visione dell’economia attuale in Occidente?

Thierry Ehrmann :
Le risponderò semplicemente con un pensiero del teorico Antonio Gramsci: “Una crisi si crea quando il vecchio non vuole morire e il nuovo non ce la fa a nascere “. Per restare nella metafora, “il mondo è una grande famiglia dove, quando vado in Europa, trovo un vecchio amico afflitto da una lunga malattia incurabile, quando vado in Asia mi trovo di fronte a un adolescente pieno di energia e insolenza e quando torno negli Stati Uniti, vedo un uomo obeso che rifiuta di prendere atto del proprio stato e prosegue nella sua frenetica bulimia”. Queste parole devono farci capire che la crisi è ormai esistenziale e richiede un supplemento d’anima e di storia senza le quali si finirà dritti contro il muro.

Boursica : L’attualità ci informa della recente scomparsa di Steve Jobs. Che cosa pensa di quest’uomo?

Thierry Ehrmann :
Era semplicemente un iconoclasta e aveva la capacità di tradurre i suoi sogni in realtà nel settore informatico, che è un settore spietato. La sua passione gli ha permesso di immaginare e concettualizzare il XXI secolo. Ai miei occhi appare più come un filosofo dell’era digitale e del nomadismo che come un imprenditore. Penso che là dove si trova ora sia già all’opera per prepararci la versione 9.0 dell’iPad tridimensionale 7G!

Boursica : Per concludere, le rifaccio la stessa domanda che le ho posto in occasione della prima intervista: ha una previsione per il futuro di Artprice?

Thierry Ehrmann :
Ribadisco che abbiamo mantenuto i nostri impegni ben oltre quelli assunti nel prospetto informativo emesso in occasione del nostro ingresso in borsa nel 1999, superando la crisi del Nasdaq del 2000, gli attacchi dell’11 settembre 2001, la guerra in Iraq del 2003, la grande crisi finanziaria iniziata nel 2007 che, con la crisi del debito sovrano di numerosi paesi, è ben lungi dall’essere finita. Conosco pochissime società quotate sul mercato regolamentato che sono uscite vive dalla crisi senza aver mai effettuato aumenti di capitale e che abbiano conquistato nello stesso periodo una posizione di leader mondiale indiscusso. Rispetto all’intervista del giugno 2011, modifico la mia posizione sul futuro di Artprice: penso che al momento attuale siamo solo al 5% della storia Artprice, considerati gli accordi e i contatti che abbiamo instaurato nei tre mesi successivi all’entrata in vigore della legge del 20 luglio 2011 e che ormai gran parte della nostra storia futura si svolgerà in Asia.

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Per leggere la prima intervista: 5 giu. 2011 Intervista esclusiva con Thierry Ehrmann, amministratore delegato di Artprice Com: http://web.artprice.com/AMI/AMI.aspx?id=Mzc1MDY4MDkwMjQ0Nzk=

Artprice est le leader mondial des banques de données sur la cotation et les indices de l’art avec plus de 27 millions d’indices et résultats de ventes couvrant 450 000 artistes. Artprice Images(R) permet un accès illimité au plus grand fonds du marché de l’art au monde, bibliothèque constituée de 108 millions d’images ou gravures d’oeuvres d’art de 1700 à nos jours commentées par ses historiens. Artprice enrichit en permanence ses banques de données en provenance de 3 600 Maisons de ventes et publie en continu les tendances du marché de l’art pour les principales agences et 6300 titres de presse dans le monde. Artprice diffuse auprès de ses 1 300 000 membres (member log in), ses annonces normalisées, qui constituent désormais la première place de marché mondiale pour acheter et vendre des oeuvres d’Art (source Artprice).

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